L’Ospedale Anoalite di Mungbere è un ospedale diocesano della Diocesi di Wamba, fondato nel 1980, è gestito dai Missionari Comboniani, ha 120 letti in cinque divisioni: Medicina, Chirurgia, Ostetricia, Pediatria e Neonatologia. Vi lavorano 27 infermieri e tre medici.
Cinque dispensari situati ad una distanza compresa tra i 10 ed i 54 Km da Mungbere assicurano l’assistenza di una porzione importante della popolazione della regione, vi lavorano 16 infermieri e ostetriche che svolgono le principali attività preventive e curative. I medici dell’Ospedale Anoalite visitano i Dispensari mediamente due volte al mese.
Mungbere è situata nella Provincia Orientale della Repubblica Democratica del Congo, nel Distretto dell’Haut Uélé. Mungbere si trova al limite Nord della foresta dell’Ituri, circa 1,6°N dall’Equatore, il clima equatoriale umido è mitigato dalla relativa altitudine (circa 900 m). Alle macchie di foresta si alternano delle ampie radure di savana alberata. La popolazione predominante è Bantu e Nilotica, suddivisa in numerose etnie arrivate a Mungbere per lavorae nelle numerose piantagioni di caffé che hanno prosperato fin verso la metà degli anni ’80.
La popolazione Pigmea, minoritaria, è emarginata e solo negli ultimi vent’anni è stato iniziato un programma specifico di scolarizzazione, sanitario e di sviluppo.
La lingua correntemente parlata è il Lingala.
La popolazione di Mungbere si aggira attorno ai 10.000 abitanti, il bacino di utenza relativo ai 5 dispensari direttamente dipendenti dall’ospedale è vicino ai 20.000 abitanti, ma occorre considerare che molti malati assistiti a Mungbere provengono da regioni distanti anche più di 150 Km.
Le attività sanitarie sono sia preventive che curative. Alla formazione del personale medico e infermieristico viene dedicata una parte importante del tempo disponibile.
L’ospedale si occupa attivamente delle attività di vaccinazione sia attraverso una strategia fissa che con una strategia mobile per ridurre gli spostamenti richiesti alle madri per vaccinare i bambini. Il 47% della popolazione ha meno di 15 anni di età.
Ogni settimana in ospedale e una o due volte al mese nei dispensari, le consultazioni prescolari e prenanatali permettono di depistare le gravidanze, di depistare un buon numero di gravidanze a rischio e di sorvegliare la crescita dei bambini da 0 a 5 anni.
La prevenzione della trasmissione del virus HIV dalla madre al bambino è un’attività particolare che si è resa necessaria tenuto conto della prevalenza di circa il 10% di sieropositività nella nostra popolazione. Non siamo ancora in grado di curare i malati con gli antiretrovirali, ma anche in questo modo in cinque anni il numero di bambini HIV positivi nati da madre concordante è diminuito.
Dal ‘95 un’équipe si occupa della prevenzione dell’AIDS sul territorio con un’attenzione particolare verso i più giovani (il 47% della popolazione ha meno di 15 anni) sia nelle scuole che nei villaggi (la scolarizzazione arriva a mala pena al 35%).
La stessa équipe fa anche del counselling in ospedale per preparare e informare i donatori e tutti coloro che eseguono un test HIV. Un gruppo di sieropositivi collabora attivamente nelle attività educative.
La povertà del suolo in iodio e la dieta ricca di tiocianati contenuti nella manioca, favorisce il gozzo endemico e il cretinismo. Tutte le donne che frequentano le sedute di consultazione prenatale e gli studenti o i giovani che lo desiderano, ricevono un supplemento iodato (Lipiodol) e viene educato a prevenire il gozzo e le sue complicazioni.
Il Pain è una treponematosi endemica diffusa quasi esclusivamente nella popolazione pigmea della regione, delle campagne periodiche di depistaggio e di trattamento hanno permesso di ridurre la prevalenza della malattia a casi sporadici di importazione.
Il counselling delle famiglie con emoglibinopatie (drepanocitosi soprattutto) permette di ridurre il numero dei matrimoni tra eterozigoti e un’efficace attività educativa.
Le attività curative sono sia ambulatoriali che di ricovero nelle 4 divisioni: Medicina, Chirurgia, Maternità e Pediatria.
La distanza, lo stato precario delle strade e la situazione economica della popolazione (il reddito medio procapite della popolazione è largamente inferiore ad 1$/giorno) rende concretamente impossibile il trasferimento degli ammalati in strutture sanitarie più qualificate.
Talvolta gli stessi infermieri responsabili dei dispensari periferici si trovano di fronte al rifiuto dei familiari dell’ammalato ad un trasferimento a Mungbere sia per motivi culturali che economici.
La collaborazione con un oftalmologo dell’università di Butembo permette di intervenire un paio di volte all’anno sulle patologie oculistiche non urgenti.
Un piccolo studio dentistico può occuparsi della conservativa.
Gli strumenti di diagnosi di cui l’ospedale dispone sono un laboratorio discretamente equipaggiato (parassitologia, ematologia, chimica clinica di base, microbiologia), un apparecchio radiologico e un ecografo.
Ecco in sintesi i dati statistici principali riguardanti l’attività dell’ospedale del primo semestre di quest’anno:
Nel primo semestre di quest’anno i nuovi malati consultati erano 5862 di cui il 26 % è stato ricoverato.
1337 malati sono stati dimessi nello stesso periodo. La mortalità dei ricoverati è stata pari al 4,82 % e circa un quarto di questi malati è deceduto nelle prime 24 ore di ricovero a causa delle gravi condizioni in cui sono arrivati in ospedale.
La durata media del ricovero è di poco superiore ai 7 giorni con un tasso di occupazione dei letti superiore al 70 %.
Le patologie principali sono ancora le infettive e parassitologiche, ma il miglioramento delle possibilità diagnostiche ci ha fatto constatare che sono molto frequenti malattie che erano precedentemete ritenute “rare” nella regione:
l’ipertensione con tutte le sue complicanze è un problema di grande importanza che necessiterebbe di uno sforzo diagnostico ed educativo più importante.
Le cardiopatie valvolari, in primo luogo quelle correlate alla malattia reumatica, sono ancora tra le principali cause di mortalità negli adolescenti di Mungbere mentre sono diventate un ricordo nei Paesi occidentali.
Tra i tumori più frequenti vanno certamente citati quelli del collo dell’utero e della mammella che potrebbero essere diagnosticati precocemente se fosse possibile organizzare il depistaggio e l’educazione delle pazienti.
Sebbene l’AIDS raggiunga una prevalenza del 10 % circa, la principale causa di morte per bambini di età inferiore ai 5 anni resta ancora la malaria con le sue complicazioni, di cui l’encefalite e l’anemia sono le più gravi.
Nel primo semestre del 2007 abbiamo trasfuso 138 malati di cui il 91 % aveva meno di 5 anni.
Molte donne frequentano l’ospedale Anoalite per verificare il procedere della gravidanza anche se poi magari decideranno di partorire a casa.
Le donne gravide consultate da gennaio a giugno erano 816 con 200 parti realizzati in ospedale. La percentuale di parti cesarei è del 9 %.
Il tasso di sieropositività HIV tra le gravide corrisponde a grandi linee à quello della
popolazione generale (7,9 %); le attività di prevenzione della trasmissione materno infantile sembrano influenzare positivamente l’evoluzione e, soprattutto hanno un impatto importante sull’educazione alla prevenzione e al cambiamento di comportamento.
La proporzione dei neonati di basso peso alla nascita è molto elevata e le cause sono molteplici. Il 19 % circa dei nati vivi avevano un peso inferiore ai 2500 g.
La neonatologia ci permette di assitere questi bambini e di ridurne la mortalità, sono 12 i prematuri deceduti durante il semestre.
Gli interventi chirurgici maggiori sono stati 186 di cui un quarto in urgenza con un tasso di infezioni postoperatorie del 2,7 %.
La recente connessione internet facilita la formazione permanenete, l’assitenza in telemedicina della diagnostica radiologica e cardiologica.